LEGGI E REGOLE CHE CI RIGUARDANO

Di tanto in tanto qualcuno si pone domande sulla legalità dei modelli spaziali. I modelli spaziali non sono diversi dagli aeromodelli, e seguono le medesime regole, ma per una vecchia abitudine – ed una buone dose di ottusità – tutto ciò che assomiglia ad un missile viene visto come un potenziale pericolo. Chissà perchè ci si dimentica invece dei vettori spaziali, che portano satelliti per usi civili o per l’esplorazione dello spazio.

In altre pagine di questo sito viene spiegato perchè i modelli spaziali non sono pericolosi, in questa pagina proponiamo le regolamentazioni esistenti in Italia inerenti al nostro hobby.

In alcuni Paesi del mondo le regole sugli spazi aerei contemplano anche il volo degli aeromodelli. Negli USA la FAR 101 (regole dell’aria) parla specificatamente di modelli spaziali e pone dei limiti di peso e potenza applicata, sotto i quali non pone alcuna regolamentazione ne’ limitazione. Altri Paesi come Canada, Germania e Svizzera hanno regole molto simili.

In Italia non esistono leggi specifiche che regolino l’utilizzo degli aeromodelli. Tutti sappiamo che un piccolo aeromodello si può far volare da un prato qualunque, mentre per gli aeromodelli di maggiori dimensioni è bene andare in un club organizzato, più che altro per usufruire delle attrezzature e di una assicurazione.

I modelli spaziali sono inquadrati nell’aeromodellismo dalla FAI – Federazione Aeronautica Internazionale, e dal suo rappresentante per l’Italia, l’Aero Club d’Italia, e come tali seguono le regole generali degli aeromodelli. In più, la nostra associazione ha stilato e fatto riconoscere il Regolamento che contempla una serie di regole specifiche per questo tipo di attività. 

Non esiste – quindi – alcuna legge che vieti il volo dei modelli spaziali. E’ sempre bene comunque appartenere ad un gruppo organizzato. In Italia la nostra associazione è una organizzazione riconosciuta ed affiliata ad organismi di importanza nazionale come l’AICS e il CONI ed operando secondo il Regolamento si può essere certi di non incorrere in problemi di alcun tipo.

L’Art. 57 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS) 18 giugno 1931 n.773 vieta “accensioni ed esplosioni pericolose, ivi incluse le accensioni di palloni aerostatici e il lancio di razzi o altri artifici, in luoghi abitati, nella pubblica via o in direzione di essa senza un permesso delle autorità di P.S.”.

L’articolo in realtà intende limitare la possibilità di incidenti in caso di spettacoli pirotecnici o altro, non è certamente stato scritto pensando ai nostri modelli! Ciò che recita è logico, a nessuno sano di mente verrebbe l’idea di lanciare un modello, o far volare un aeromodello, tra le case o verso una via.

Nel suo regolamento, l’Aero Club d’Italia suggerisce:

M | Per quanto sia sconsigliabile usare aree di volo vicine (entro 5 km) ad aeroporti, ove ciò non sia possibile, devono essere concordate con le autorità dell’aeroporto tutte le necessarie precauzioni, nonché l’altezza massima di volo dei modelli (che, in mancanza di autorizzazione particolare, non dovrebbe superare i 400 piedi = 120 metri) e sarà comunque opportuno mantenere con l’aeroporto i collegamenti concordati;

N | Come regola generale, in qualsiasi località, è opportuno che l’altezza di volo dei modelli non superi i 1000 piedi (300 metri) rispetto al terreno circostante.

Queste sono regole di massima che possono cambiare nel caso si operi da campi sui quali esiste una specifica autorizzazione di altezza.

Comunque sia, è sempre necessario usare logica e buon senso, quindi le norme da osservare per un lancio senza inconvenienti sono:

  • Rispettare sempre e scrupolosamente il codice di sicurezza
  • Lanciare solo in spazi aperti, lontano da strade, abitazioni e linee elettriche.
  • Evitare grossi assembramenti di persone
  • Possibilmente unirsi ad un gruppo già formato, o lanciare da campi privati o meglio da piccoli aeroporti
  • Avere sempre il permesso del proprietario del campo o dell’autorità aeroportuale.

LA PROPULSIONE

I propulsori per modelli spaziali non sono né fuochi artificiali, né tantomeno esplosivi. Tuttavia può capitare che qualcuno faccia confusione per scarsa conoscenza dell’argomento o forse per una antica cultura che vede nei fuochi artificiali il paragone più immediato.

Con la sentenza N° 355 del 20/5/93 si è definito dopo apposita perizia che i motori per modelli spaziali di tipo Estes e simili sono da escludersi dai materiali esplodenti in quanto privi di caratteristiche tali da provocare l’accensione accidentale e tantomeno l’esplosione, sulla base di quanto indicato nel D.M. 4 aprile 1973, ovvero la modifica all’allegato all’Art.83 del R.D. 6 magggio 1940, punti A e B: “non sono classificati tra i prodotti esplodenti gli artifici pirotecnici […] costituiti da miscele di sostanze combustibili e comburenti esclusi da sostanze capaci di determinare la loro accensione spontanea…”

Si tratta pertanto di una regola emanata in  modo specifico sui nostri motori e del tutto allineata con regolamentazioni di altri Paesi.

In seguito, il decreto 19 settembre 2002, n. 272 ovvero “Regolamento di esecuzione del decreto legislativo 2 gennaio 1997, n. 7, recante le norme di recepimento della direttiva 93/15/CEE” nell’annullare il decreto 4/4/73 riclassifica i prodotti esonerati da questo nella categoria V lettera D ed E. I nostri motori, compresi quelli a combustibile composito, fanno parte di quest’ultima per la quale non è prevista alcuna licenza.

I regolamenti citati non fanno distinzioni di dimensione dei manufatti o di caratteristiche dei propellenti. Pertanto per la legge tutti i nostri motori a combustibile composito vengono considerati nello stesso modo, che si tratti di motori fino al G oppure HPR. La differenza la fanno i venditori, che molto accortamente non vendono i motori H e superiori se non a persone che hanno conseguito la  certificazione (LINK PAGINA TRIPOLI). Questo avviene in ogni Paese del mondo, Italia compresa.

Infine, il trasporto dei modelli e dei propulsori dalla propria abitazione al campo di volo non ha alcuna limitazione in quanto si tratta di semplici aeromodelli. Se qualcuno vi ferma chiedendovi cosa sono quei “cosi” che portate, spiegategli che sono modelli spaziali di cartone, e magari invitatelo ad assistere ai lanci!

Ricorda, come socio ACME puoi dimostrare di esercitare un’attività legittima, di fare parte di una organizzazione riconosciuta ed affiliata ad enti sportivi nazionali, e di seguire un regolamento valido ed approvato.