Regole generali
La costruzione di un modello di razzo può essere più o meno difficile in base alle dimensioni e alle caratteristiche del modello. Anche se una buona parte delle tecniche di costruzione che si utilizzano in aeromodellismo si possono applicare anche ai modelli di razzi, alcune tecniche sono tipiche solo di questo tipo di attività.
La costruzione a partire dalle scatole di montaggio è il metodo più comunemente utilizzato sia per modelli piccoli che per modelli più grandi e complessi. Una pratica molto comune tra i più esperti è quella di utilizzare dei kit come base per effettuare alcune modifiche o aggiunte. Se si sceglie questa strada bisogna progettare le modifiche con accuratezza per evitare comportamenti in volo errati, ma rimane il vantaggio di disporre di parti già pronte e di un progetto valido già di per se’ che permette di concentrarsi solo sulle aggiunte e modifiche.
Questa sezione del nostro sito ha il compito di illustrare le tecniche di costruzione e fornire informazioni utili per realizzare le varie parti di un modello.
In questa pagina passiamo in rassegna le parti che compongono un tipico modello di razzo (valide sia per i kit che per gli autocostruiti) e descriviamo i materiali di cui sono fatte, indichiamo le attrezzature necessarie, forniamo una serie di regole generali sulla costruzione e diamo un elenco di materiali alternativi che possono essere utilizzati con successo.
Il nostro hobby nasce negli USA ed è fortemente legato al mondo anglo-sassone. Per questa ragione si utilizzano comunemente termini inglesi per indicare alcune parti o elementi dei modelli di razzi. In questa sezione, ed in tante altre del sito, riportiamo il nome inglese accanto al termine italiano per facilitare la comprensione. I termini italiani diventati di uso comune sono stati quasi tutti creati da noi di ACME perchè a suo tempo questo hobby e la sua terminologia era sconosciuta. Abbiamo cercato di tradurre il termine originale in modo appropriato ma non sempre è possibile e quindi abbiamo conservato il termine inglese originale accanto alla sua versione italiana. Nelle sezioni raggiungibili dal menu in alto descriviamo in modo particolareggiato le tecniche di realizzazione, i materiali e gli accorgimenti per realizzare ogni singola parte.
Qui di seguito descriviamo ogni singolo elemento che compone un modello di razzo:
Fusoliera o Corpo (‘Body Tube’ – BT)
E’ costituita da un tubo, generalmente di cartone. I tubi posti in commercio per questo scopo sono in cartone fatto con carta kraft, leggeri e robusti. I piccoli modelli di razzi sono realizzati
sempre con questi tubi. I modelli più grossi possono essere realizzati con tubi dello stesso materiale, ma con pareti più spesse e quindi più robusti, oppure con i cosidetti “tubi fenolici“, che vengono fabbricati
impregnando a pressione un tubo in cartone con resina fenolica. Un’altro materiale, introdotto dalla Public Missiles Ltd., è un polimero detto “quantum” che è estremamente robusto e non presenta la classica “spirale”
degli altri tubi. Esistono anche tubi realizzati in materiali compositi come fibra di vetro o carbonio, ed in questo caso alla produzione commerciale si affianca anche la produzione autonoma del
modellista, benchè sia molto impegnativa.
Accoppiatori (‘Tube Couplers’ – TC)
Sono tubi di modesta lunghezza: servono a realizzare la giunzione tra due BT. Tale giunzione può essere permanente (se vengono incollati internamente ad entrambe le porzioni di cellula) o rimovibili. Sono fatti
dello stesso materiale dei tubi che devono unire, quindi di cartone per unire due tubi in cartone, di fibra di vetro per unire due tubi in fibra di vetro, ecc.
Anelli di centraggio (‘Centering Rings’ – CR)
Il tubo motore e la cellula vengono assemblati concentricamente grazie a questi componenti: di cartone, di compensato di betulla o di fibra di vetro (nei modelli fatti di questo materiale) vengono incollati al tubo motore e successivamente
alla cellula. Loro è il compito di far coincidere ‘automaticamente’ l’asse di spinta (asse longitudinale del tubo motore) con l’asse longitudinale della cellula, garantendo la simmetria cilindrica caratteristica di un razzo.
Solitamente in numero di due e incollati agli estremi del tubo motore, gli anelli di centraggio possono anche presentarsi in numero superiore, per tubi molto lunghi o particolari esigenze strutturali, e in configurazioni più complesse
che approfondiremo più avanti.
Pinne o Alette stabilizzatrici (‘Fins’)
Qualcuno le chiama anche “Ali” anche se questo termine è inappropriato perchè le ali vere e proprie hanno la funzione di generare una portanza per sostenere il velivolo in volo, mentre gli stabilizzatori dei razzi non devono generare
alcuna portanza che altrimenti devierebbe la loro traiettoria. Sono una componente essenziale del vettore in quanto responsabili della sua stabilizzazione che nei nostri modelli è esclusivamente aerodinamica. Nei piccoli modelli
sono generalmente in balsa mentre nei modelli di dimensioni maggiori sono in compensato avio. Modelli High Power di grandi dimensioni usano spesso fibra di vetro in lastre (vetronite o G10), ed alcuni kit di razzi utilizzano
pinne realizzate in plastica stampata o preformata. Anche in questo campo non mancano soluzioni in materiali compositi o sandwich realizzati con supporti alveolari, espansi o semplicemente balsa racchiusi tra due strati di tessuto
di vetro o carbonio.
Supporto motore (“Motor Mount”)
Per montare il motore in un modello di razzo è necessario dotare questo di un tubo interno di diametro compatibile col motore che si vorrà utilizzare. Questo tubo (detto Motor Mount Tube o MMT) è sempre in cartone o in fenolico,
oppure in composito nei modelli che utilizzano questo materiale per la cellula. Il supporto motore deve assolvere anche la funzione di bloccare il motore in modo che non scivoli ne’ in avanti sotto spinta, ne’ indietro a causa della
carica di espulsione.
Ogiva (‘Nosecone’ – N/C)
Essa è quasi sempre realizzata in plastica iniettata in stampo indipendentemente dalle dimensioni del modello (che influenzano solamente lo spessore della ‘parete’ del pezzo finito); le ogive in balsa sono molto rare ormai, tuttavia
si possono trovare ancora in vari kit di razzomodelli piccoli. Alcuni produttori metono in commercio ogive in fibra di vetro, destinate a modelli di alte performnce, pressochè solo High Power. Dato il peso di questo materiale, non
si può utilizzare sui razzi più piccoli
Tutte le ogive terminano con una spalla che permette loro di essere agevolmente inserite all’interno della cellula.
Un modello di razzo può dividersi in due sezioni principali:
Sezione ‘Booster’
E’ la parte di un razzomodello solidale al tubo motore: prende questo nome poiché in essa è contenuto il motore e grazie ad essa il modello di razzo riceve la spinta necessaria al moto. I componenti che si trovano in questa sezione
sono il tubo motore, gli anelli di centraggio, le pinne e la porzione di cellula interessata, fisicamente separata dalla restante.
Sezione ‘Payload’
E’ il volume a disposizione del carico pagante; include una certa lunghezza di cellula e solitamente un accoppiatore con cui innestarsi sulla sezione booster.
Costruzione modulare o smontabile
Una tecnica adottata da alcuni modellisti prevede la costruzione del modello “a pezzi” ovvero suddiviso in parti smontabili collegate fra loro con vari sistemi senza uso di colla o quasi. Questo tipo di costruzione è interessante
per l’impegno e la precisione che richiede nella realizzazione.
Tuttavia presenta pochi vantaggi pratici: la costruzione è inevitabilmente meno robusta, richiede la realizzazione di molte parti che possono rompersi facilmente, ed è molto complessa. I sostenitori di questo sistema affermano che
permette di sostituire parti danneggiate con maggiore facilità e permette di utilizzare parti diverse sullo stesso modello e quindi “sperimentare” maggiormente.
Vale la pena elencare i problemi che si incontrano perchè spesso i principianti sono attirati da questa soluzione che ha indubbiamente il suo fascino:
• Un modello di razzo deve essere realizzato in modo da minimizzare i rischi di rottura, non in modo da poterlo riparare se si rompe.
• Le parti del modello che si rompono nel caso di caduta sono l’ogiva e le pinne. Molto più raramente il corpo. Se si rompe l’ogiva può essere sostituita in qualsiasi tipo di modello anche tradizionale, dato che per definizione è una parte separata dal resto. Se si rompono le pinne può darsi che si possano aggiustare anche nei modelli nei quali sono incollate, mentre in un modello modulare è più probabile che oltre alle pinne si rompa anche il complesso e delicato sistema di giunzione al corpo. Non a caso molti modelli modulari sono in carbonio o altri materiali compositi. Devono essere costruiti con un materiale molto più robusto dei modelli tradizionali per ovviare a questi problemi.
• La possibilità di modificare le dimensioni delle pinne per sperimentare è del tutto teorica perchè le forme e le dimensioni utilizzabili sono limitate dall’aerodinamica complessiva del modello e dalle dimensioni dei supporti delle pinne. La possibilità di usare motori diversi è già una caratteristica di molti modelli normali, che utilizzano supporti motore modulari.
• E’ molto raro che ci si accontenti di far volare sempre lo stesso modello cambiandogli solo le pinne o il motore. Il bello di questo hobby è anche avere modelli diversi.
Quindi, la costruzione modulare probabilmente non vale lo sforzo necessario per realizzarla. Tuttavia è un esercizio di precisione nel montaggio e nella progettazione che può dare soddisfazioni a chi lo realizza.
Attrezzatura
Se siete già aeromodellisti avrete sicuramente tutto quello che vi occorre. Se non lo siete dovrete procurarvi un minimo di attrezzatura. Per la costruzione di piccoli modelli
servono solo alcuni utensili basilari, mentre col progredire delle dimensioni anche gli utensili aumentano di numero. La nostra raccomandazione è di utilizzare sempre attrezzi di ottima qualità ed adatti allo scopo. Anche se costano
di più si ripagano di gran lunga nel tempo e non si può pretendere di ottenere buoni risultati con cacciaviti che si slabbrano o lame che perdono il filo dopo pochi tagli. Per iniziare vi serviranno:
Taglierino: quelli specifici per modellismo hanno manici diversi e lame di forma diversa che aiutano molto nelle varie lavorazioni. Potete usare anche un taglierino comune, di quelli con lama rientrante, che vano bene per la maggior parte dei tagli. Dato il loro prezzo esiguo è bene averne uno piccolo ed uno grande. Cambiate spesso la lama in modo da avere tagli sempre netti e puliti.
Forbici: anch’esse devono essere di buona qualità ed affilate, con punte aguzze e non arrotondate.
Nastro adesivo: il nastro per mascherature (masking tape – nastro da carrozziere – nastro da imbianchini) fatto in carta è usatissimo per mille cose. Si usa per spessorare, per tenere assieme le parti durante l’incollaggio, per fissare dei pezzi momentaneamente, e naturalmente serve per mascherare durante la verniciatura. E’ molto utile anche sul campo, durante i lanci. Solo occasionalmente si usano altri tipi di nastri.
Carta abrasiva: le grane assolutamente necessarie sono 220 (o 240) e 380 (o 400). Una dotazione completa comprende la grana 80 (per sgrossature o irruvidimenti profondi), 120, 220 (o 240), 380 (o 400), 600 e, volendo, 800 o 1000 per lucidare. La carta abrasiva deve essere di ottima qualità, del tipo nero e resistente al’acqua (3M wet-or-dry). Per carteggiare il legno è adatta anche quella grigia o marroncina. Sulle confezioni da carta vetrata è sempre indicata l’applicazione specifica.
Per utilizzare al meglio la carta vetrata è utile dotarsi di un blocco per carteggiare, che può essere acquistato o costituito da un semplice parallelepipedo di legno duro. Una funzione analoga è svolta di tamponi per carteggiare, realizzati con spugne di densità varie ricoperte di materiale abrasivo. Sono particolarmente utili per carteggiare superfici curve e hanno il vantaggio di potersi lavare, in modo da riportarli a nuovo.
Limette per unghie: esistono moltissimi tipi e grane, hanno un costo basso e sono efficaci per carteggiare i profili delle pinne o altre parti di piccoli modelli perchè permettono di lavorare su piccole superfici e in punti ristretti pur mantenedo la loro rigidità.
Cacciavite: cercate di avere almeno un cacciavite a stella (Phillips) ed un paio a taglio di dimensioni attorno ai 3-5mm. Andranno bene nella maggior parte dei casi e sono utili anche per altri scopi come aprire i barattoli o mescolare le vernici.
Pinze e pinzette: una pinza non troppo grossa torna utile in molte occasioni, quando è necessaria una presa che le mani non possono fare, così come una pinzetta appuntita oppure una da cosmetica.
Righello e matita: usate un righello da quaranta o cinquanta centimetri, ed una matita portamine con mina sottile (0,8 mm). Potete usare in più anche un piccolo righello da quindici centimetri per muovervi più facilmente in certi casi. I righelli migliori sono quelli metallici col bordo netto, non rastremato. Sono adatti per fare da guida nei tagli in quanto non vengono attaccati dalla lama e non permettono alla lama di scivolargli sopra.
Mollette da bucato: si usano per tenere assieme i pezzi da incollare. Si possono utilizzare anche quelle mollette metalliche per tenere assieme i blocchi di carta.
Attrezzature extra
Man mano che si procede nell’esperienza e si costruiscono modelli più sofisticati anche l’attrezzatura cresce. Quelli che seguono sono utensili che possono completare la vostra attrezzatura. Alcuni di essi sono quasi indispensabili
se costruite modelli di razzi grandi e complessi:
Trapano elettrico con supporto a colonna – Per forare in verticale e per essere usato come piccolo tornio. Ne esistono anche di economici che costano meno di 100 Euro e che vanno bene per la maggior parte dei lavori.
Trapanino elettrico a mano (tipo Dremel) – Utilissimo per mille lavori di foratura, fresatura, levigatura e taglio. Dotatevi di una serie di punte per forare di piccolo diametro (da 0,8 mm a 3 mm), alcune fresette in metallo (conica, cilindrica e a sfera), dischi per tagliare, cilindri per carteggiare.
Seghetto da traforo – A mano va bene, se potete procurarvene uno elettrico è meglio.
Seghetto a rasoio (razor blade) – Si monta sullo stesso manico dei taglierinio da modellismo con lama intercambiabile ed è comodissimo per tagliare legni duri, listelli e i tubi in materiale fenolico o plastico.
Chiavi varie – Chiavi a tubo e chiavi in generale sono utili per stringere i dadi senza rovinarli e con la minore fatica possibile. Utilissimo il manico “a cricchetto” che permette di avvitare o svitare senza necessità di far compiere un giro completo all’attrezzo.
Chiavi a brugola – Come accessorio di un manico, o nel classico tipo ad L. Ideali sono quelle con l’estremità sferica (Ball-Hex) perchè permettono di avvitare e svitare con l’utensile in posizione angolata rispetto alla vite.
Utensili da dentista – Si vendono in set di cinque o sei e sono utili soprattutto per chi fa riproduzioni in scala che li usa per sagomare piccoli pezzi o per modellare stucco o altri materiali.
Squadre metalliche – Almeno una è utile per fare tagli e tracciare righe ortogonali. Alcune dispongono di una serie di fori e guide per tracciare linee angolate.
Profilati angolari di alluminio – Si usano per tracciare righe diritte sui tubi. E’ un metodo infallibile.
Morsa da banco – Anche una piccola morsa fissata con morsetto al banco è utile per tenere fermi pezzi da segare, lavorare, etc.
Morsetti – Esiste un tipo a molla che agisce come una molletta da bucato ma possiede estremità che restano piatte contro i pezzi da unire, e ganasce distanti che permettono di unire anche pezzi non piatti. Si trovano nei centri fai-da-te in varie misure, prodotti da varie marche la più famosa delle quali è la Wolfcraft.
Compasso – per tracciare curve su progetti e su materiale da tagliare. Deve essere di ottima qualità, con la vite di regolazione dell’apertura che garantisce un raggio sempre costante e nessun gioco.
Calibro – un calibro a cursore tradizionale torna utile per molte misure, soprattutto di diametro. L’ideale è il calibro digitale che ormai è venduto a prezzi più che accessibili.
Se ne avete la possibilità e lo spazio, alcuni altri utensili si rivelano preziosi:
Levigatrice orbitale – Esiste come accessorio per i trapani o da sola. Una versione economica, ma non altrettanto efficace, è il “Mouse” della Black&Decker.
Fresatrice a mano o “router” – Utile per praticare tagli nei tubi, per tagliare dischi in legno e per vari lavori di fresatura. Esiste un attrezzo analogo applicabile ai trapani tipo Dremel, per lavori di piccole dimensioni.
Tornio – Quando lo si possiede si scopre che si possono fare cento cose diverse. Deve essere a mandrino autocentrante, permettere la lavorazione di pezzi lunghi almeno una cinquantina di centimetri e deve permettere la lavorazione dei metalli. Se ha la possibiltà di essere usato come fresatrice ancora meglio. Scartate i torni hobbistici che sono imprecisi e troppo piccoli. Un tornio buono costa ed occupa spazio.
Consigli
Se costruite un kit, aprite la scatola e controllate tutti i pezzi per vedere se qualcosa manca. E’ molto improbabile ma è meglio controllare prima di inziare il lavoro piuttosto che dopo quando è troppo tardi. Mettete tutti i pezzi in ordine sul tavolo, in modo da averli tutti in vista. Se dovesse mancare qualche pezzo che potete sostituire in modo altrettanto valido, o che potete realizzare da voi, non perdete tempo protestando per cercare di averlo dal fabbricante. I produttori sono tutti negli USA è può essere difficile o poco pratico ottenere dei pezzi di ricambio. Ricostruite da voi il pezzo ed eventualmente fate presente la mancanza al produttore direttamente (hanno sempre un indirizzo e-mail). A volte vi possono mandare il ricambio ugualmente, altre volte vi inviano un kit intero come risarcimento.
Leggete le istruzioni fino alla fine e studiatele bene in modo da farvi un’idea precisa di come deve venire assemblato il kit. Non fate di testa vostra a meno che non desideriate fare delle reali modifiche al kit, in seguito ad un progetto ben pensato. Le istruzioni dei kit derivano da prove di montaggio ripetute e c’è sempre una valida ragione per ogni passaggio della costruzione indicata dal fabbricante.
Non montate nulla prima di aver letto le istruzioni fino in fondo. Provate a montare “a secco” (senza colla) ogni pezzo mentre leggete le istruzioni, in modo da sapere già cosa fare al momento dell’incollaggio definitivo. Nel caso sia necessario acquistare qualche pezzo a parte per completare la costruzione, sarà proprio in questa fase che scoprirete come deve essere questo pezzo (caso tipico: il fermo motore nei kit high power).
Se costruite un progetto vostro comportatevi come se fosse un kit. Preparatevi tutti i pezzi prima di iniziare la costruzione. Man mano che li fate metteteli in una scatola in modo da non perderli di vista. Prendete il vostro progetto e ripassatelo, eventualmente facendovi appunti su alcune fasi della costruzione più critiche. Usate il progetto e questi appunti come fossero delle istruzioni di montaggio e provate ad assemblare i pezzi a secco prima della costruzione definitiva.
Materiali alternativi
I materiali descritti prima sono quelli ideali, ovvero quelli con i quali si ottengono i migliori risultati. Alcuni vengono prodotti apposta per il razzimodellismo da ditte specializzate, e beneficiano di una gran quantità di test fatti in molti anni di utilizzo. Tuttavia tra le soddisfazioni del modellista c’è anche quella di fare da sè un po’ tutto. Va bene, purchè non diventi una malattia. Non sono molti i materiali alternativi che siano veramente validi. Noi vi proponiamo una scelta basata sulla nostra esperienza. Il primo consiglio è: non pensare al risparmio immediato. Se trovate in casa un tubo di cartone, può darsi che non vi costi nulla, ma se dovete spendere 25 euro in vernici ed altri prodotti necessari per la sua finitura non avrete certo risparmiato un granchè. Siete un aeromodellista e gli aeromodellisti utilizzano balsa e compensato avio per le strutture, e materiali appositi per la ricopertura e finitura delle ali. Progettare un modello fatto con materiale di scarto, sarebbe come se un aeromodellista volesse fare il suo aereo con le cassette della frutta e ricoprirlo coi sacchetti del supermercato!
Fusoliera – Non esistono buoni sostituti per i tubi di cartone kraft o di altro materiale specifico. Se fate un modellino senza pretese potete usare i tubi interni dei rotoli di plastica o di alluminio da cucina. Sono pesanti ma sufficientemente robusti per un modellino. Da scartare i tubi della carta igienica o quelli dei rotoli di carta assorbente da cucina perchè sono troppo fragili. Per modelli più grandi non esistono valide alternative. I tubi che si trovano comunemente per la spedizione di documenti arrotolati o per altri usi simili non sono adatti perchè sono pesanti, hanno pareti spesse e sono poco robusti essendo fatti di impasto di carta riciclata.
Se siete bravi potete realizzare da voi tubi in materiali compositi. Occorre fare un po’ di prove (e vari sbagli…) per ottenere dei risultati davvero validi, ma una volta fatta l’esperienza il risultato può essere eccellente, sono robustissimi anche se decisamente non economici.
Ricordate che se usate un tubo di recupero non troverete alcuna ogiva già pronta che sia adatta e quindi dovrete farvela da voi.
Ogiva – Il modo più semplice è ricavarla da un blocco di balsa. Il metodo più usato è di inserire un tondino di legno duro nel blocco da infilare nel mandrino di un trapano. Con carta vetrata di grana sempre più fine si raggiunge la forma voluta. Occorre fare un po’ di prove, e le prime probabilmente non verranno bene, ma non è difficile acquistare una certa abilità. Questo è anche l’unico sistema per realizzare ogive di forme strane (modelli in scala). Invece del balsa si può utilizzare un blocco di espanso ad alta densità. Viene venduto per isolamento ed esiste in colore azzurro, bianco o rosa. Si carteggia bene ma il prodotto finito è ruvido e poroso. È necessario perciò applicare materiale di finitura come resina epoxy o fibra di vetro, oppure molto stucco. Questa tecnica è adatta per realizzare piccole ogive, anche perchè i blocchi di balsa non si trovano facilmente in grosse dimensioni. La disponibilità di stampanti 3D a basso costo permette di realizzare parti in plastica di forma e dimensioni personalizzate. Le plastiche che si usano non sono molto robuste e nemmeno leggere però è possibile realizzare delle ogive soddisfacenti fintanto che il diametro non supera i 60-70 mm. Oltre questa misura non conviene più. Ricordate però che la superficie dei pezzi stampati in 3D è sempre molto ruvida e quindi va rifinita con riempitivi vari che appesantiscono l’oggetto.
Stabilizzatori – Non essendo oggetti commerciali sono sempre realizzati in casa. Il legno più adatto è il balsa per i modelli piccoli e il compensato avio per i modelli medi e grandi. Questi legni sono ottimi e quindi abbastanza costosi, e si trovano solo dai fornitori per il modellismo, ormai quasi esclusivamente online. Una fonte per il compensato sono i fornitori di materiali per barche (vere). Il compensato marino è ottimo quanto quello avio, ed è possibile pagarlo meno presso questi fornitori che presso i negozi di modellismo. Un altro ottimo legno è l’Obeche, un legno africano leggero e compatto, facilmente lavorabile e più robusto del balsa. Gli spessori minori vengono venduti nei negozi di modellismo, ma se vi serve da 4 o 5 mm lo potete trovare presso alcuni grossi centri fai da te (Brico Center, per es.) ad una cifra irrisoria.
I compensati comuni, tipo il pioppo, hanno pochi utilizzi, in quanto sono fatti di legno morbido e con pochi strati. Possono essere usati per parti non soggette a particolari sforzi.
Le pinne si possono realizzare anche con fogli di plexiglass, che si trovano nei centri fai da te. Fate attenzione al peso, pero’.
Paracadute – I più semplici si possono ricavare da sacchetti di plastica, usando del cotone da cucito robusto per realizzare le funicelle. Vanno bene solo per piccoli modelli con motori A, B e C. Oggi la fonte migliore sono i sacchetti per la spazzatura, in particolare quelli blu, che sono rimasti gli unici in vera plastica non biodegradabile.
Nelle gare di durata si usano paracadute rigorosamente fatti in casa usando una plastica sottilissima e leggerissima (Mylar). Quella usata nelle gare è la varietà “da condensatori” cosí detta perchè si usa per fabbricare i condensatori elettrici. È talmente sottile che permette di impacchettare un paracadute di oltre un metro in un tubo da 3 cm! Una varietà più spessa di questa plastica è la coperta termica argentata che viene venduta nei negozi di autoaccessori.
I paracadute un po’ più grandi si possono cucire a macchina usando del tessuto di nylon, ma è molto difficile trovare quello adatto (vedi Recupero). E’ un lavoro abbastanza complesso che al massimo si può affrontare per realizzare paracadute piatti o conici. Se volete realizzare paracadute con forme ottimali il taglio e la cucitura dei singoli spicchi richiede calcoli ed un lavoro che non compensa il risparmio dell’acquisto. Nel campo dei modelli High Power non ci sono sostituti ai paracadute commerciali realizzati per questo scopo.
Cavo paracadute (Shock cord) – Storicamente, nei modelli piccoli e medi (motori da A a C) si sono quasi sempre usati gli elastici ricoperti in tessuto usati per la biancheria. Tenete conto però che l’elastico non è mai un buon materiale, sia perché è poco robusto sia perchè fa rimbalzare l’ogiva contro il corpo. La soluzione migliore anche per i piccoli modelli è un cavetto in nylon o meglio ancora in kevlar. Per modelli di medie e grandi dimensioni (motori da D a G) si può usare il cordino in nylon che serve per sollevare le tende alla veneziana che è molto robusto, oppure le sagole in nylon da 3 o 4 mm di diametro che servono per usi vari e si comprano nei centri fai da te o nei negozi di articoli sportivi.
I modelli più grossi usano una fettuccia di nylon o meglio ancora il nylon tubolare (vedi Recupero – Grandi modelli). Qualsiasi tipo di corda fatta con fibre naturali non è adatta, sia perchè troppo debole, sia perchè può essere danneggiata o rotta dai gas della carica di espulsione.